lunedì 8 gennaio 2018

La "Federazione Unica del Vapore": un'utopia?

 No, non è un'utopia immaginare una federazione nazionale che riunisca al suo interno tutte le forze, le associazioni e le persone che in questo settore ci mettono quotidianamente il cuore e i soldi. 
Però, a vedere quello che si scrive sul Web, sembrerebbe un traguardo lontano, perché le persone continuano invariabilmente a commettere gli stessi errori.
Eppure, un organismo unitario, che possa sedersi con autorevolezza ad un tavolo di trattative con gli enti governativi per tutelare il settore del vapore elettronico e gli interessi di tutti i soggetti coinvolti sarebbe senza dubbio una scelta vincente.
Ciò che -a mio parere- manca nell'attuale dibattito è una chiara visione di come deve essere organizzata una ipotetica Federazione Unica. Ci sono infatti dei principi irrinunciabili che, se ignorati, non possono che portare ad un inevitabile fallimento.

1) Rispetto.

Il rispetto reciproco, quello vero, consiste nel NON pensare che chi ci sta di fronte sia "meno importante" di noi, o abbia meno potere o diritto di parola. Tutti coloro che finora si sono impegnati nelle varie associazioni (associati e direttivi), e anche coloro che potrebbero farlo in futuro, già per lo sforzo profuso meritano il massimo rispetto da tutti. Non ci sono associazioni "di serie A" o "di serie B": ciò che oggi differenzia le associazioni sono gli obiettivi, e -se questi sono leciti- sono tutti ugualmente importanti.

2) Parità.

Per quanto questo punto sia un corollario del precedente, ha una tale importanza da meritare una menzione specifica, I quattro gruppi di soggetti di cui è composta la filiera, ovvero produttori, distributori/importatori, dettaglianti e consumatori, hanno tutti la stessa identica importanza: l'intera filiera cesserebbe di esistere se uno di questi gruppi scomparisse. Per questo motivo, la sola idea di favorire un gruppo a scapito di un'altro costituisce una grave scorrettezza che danneggia l'intero settore, oltre ad essere una mossa profondamente stupida. 
Non sono solo belle parole: in passato, e nell'attuale presente, c'è chi ritiene scioccamente che danneggiare gli altri sia utile o normale. Ci sono stati produttori che, per garantirsi una posizione di vantaggio, hanno promosso o avallato il passaggio della distribuzione sotto il Monopolio, danneggiando i dettaglianti; ci sono stati proprietari di negozi fisici che si sono battuti allo sfinimento contro le vendite online, danneggiando i titolari di shop "virtuali"; ci sono stati operatori italiani che hanno brigato per limitare o eliminare gli acquisti dall'estero, danneggiando gli utenti finali. E ci sono stati operatori del settore -non dimentichiamolo- che fin dall'inizio hanno favorito l'introduzione di una tassazione che, nella loro folle idea, li avrebbe aiutati a sbaragliare i concorrenti più piccoli e quelli esteri... salvo poi rendersi conto troppo tardi che avevano creato un mostro che oggi rischia di fagocitare anche le aziende maggiori.

3) Trasparenza e democrazia.

I criteri di affiliazione, le modalità di elezione delle cariche sociali e i meccanismi decisionali devono essere chiari e trasparenti, nonché basati pienamente su criteri democratici. Non è pensabile che una Federazione Unica sia gestita nelle "segrete stanze" da parte di soggetti auto-nominatisi al vertice, oppure che ci sia arbitrarietà nell'accogliere o escludere aspiranti affiliati. Tutto deve essere chiaro, pubblico, consultabile online. Gli scopi e gli interventi devono essere condivisi sia nella fase decisionale che in quella operativa.

4) Niente "sigarette" nella denominazione.

Basta con la "sigaretta elettronica"! Se per tutti noi è fin troppo chiaro che il vapore non è fumo, dobbiamo fare ogni possibile sforzo per staccarci, anche terminologicamente, dalle sigarette. Lasciamo che siano i legislatori e i burocrati a dimostrare la propria ignoranza continuando a parlare di "sigaretta elettronica": noi, invece, dobbiamo eliminare una volta per tutte qualsiasi riferimento ad una presunta "parentela" che non è mai esistita. Chiamiamoli vaporizzatori, dispositivi di svapo, inalatori, ma mai e poi mai sigarette!
Una Federazione di settore non può contenere alcun riferimento alla sigaretta nella propria denominazione. 
Un'idea? FIVE - Federazione Italiana Vapore Elettronico. Dovrebbe essere facile anche trovare un bel logo, con un nome come questo 😊

Come organizzare una "Federazione Unica"?

Le belle idee, per tradursi in realtà, devono poter contare su una struttura organizzativa valida ed efficiente. Nella mia esperienza professionale ho visto in funzione numerose associazioni e consorzi, e ho quindi un'idea piuttosto chiara di come si possa garantire l'efficienza organizzativa e la tempestività dell'azione comune. Lancio qui la mia idea di come dovrebbe essere organizzata una Federazione Unica, nella speranza che qualcuno faccia tesoro di questi consigli.
  • Prima di tutto, è fondamentale che esista un gruppo promotore che si prenda l'onere di contattare i Presidenti delle varie associazioni esistenti, spiegando il progetto e chiedendo (non pretendendo) l'adesione alla Federazione; il gruppo promotore, terminata la fase iniziale, si deve necessariamente fare da parte e lasciare spazio ai meccanismi democratici di elezione del Consiglio Direttivo.
  • La Federazione, dopo la costituzione, nomina un Consiglio Direttivo formato da quattro membri (un rappresentante per ogni categoria: produttori, distributori, dettaglianti, consumatori); l'elezione deve essere rigidamente fondata su metodi democratici che coinvolgano tutti gli associati.
  • Il Consiglio Direttivo nomina, anche all'esterno della Federazione, un(a) Presidente federale: sarà lui o lei a rappresentare l'intero settore in tutte le sedi istituzionali e pertanto dovrà essere una persona autorevole, con una visione ampia del settore, che abbia dimostrato anche in passato di avere a cuore il vapore elettronico nella sua totalità, senza "cedimenti" a favore dell'una o dell'altra delle categorie coinvolte; per quanto sembri a prima vista di secondaria importanza, è invece fondamentale che la persona nominata sappia ricoprire con dignità ed autorevolezza un ruolo pubblico: deve essere curata nell'abbigliamento, possedere una buona cultura, e parlare un ottimo italiano. Forse trovare una persona così non è facile, ma io qualche nome in mente ce l'ho già: Mosè Giacomello (presidente di Vapitaly, da sempre attivo nel settore, che conosce a 360°); Renzo Cattaneo (che, pur essendo un produttore, ha dimostrato più volte di avere una visione ampia del settore e il massimo rispetto per tutti gli operatori); Stefano Caliciuri (editore di Sigmagazine, la rivista più autorevole del settore, da sempre "sul pezzo" riguardo a tutto ciò che orbita intorno allo svapo). 
  • Il metodo democratico, così importante in tutte le fasi della vita federativa, si deve basare su un "voto ponderato" diviso per categorie. Bisogna in primo luogo tenere presente che i membri della Federazione sono la Associazioni affiliate, NON i singoli operatori. Le associazioni di produttori votano per il rappresentante dei produttori, le associazioni di dettaglianti per il rappresentante dei dettaglianti, e così via.
    Ogni Associazione deve avere un suo "peso specifico", caratterizzato da un parametro chiaro e facilmente quantificabile: il fatturato (per produttori, distributori e dettaglianti) e il numero degli iscritti (per le associazioni di consumatori). Il "peso" del voto di un'associazione è proporzionale al fatturato prodotto dai propri iscritti, ovvero dal numero di vapers iscritti.
  • La contribuzione alle spese comuni, ovviamente, seguirebbe la stessa ripartizione e gli stessi "pesi specifici" del diritto di voto: è evidente che ad un maggior potere decisionale deve corrispondere una maggiore contribuzione. Andrebbe peraltro studiato un correttivo (una riduzione, o anche un'esenzione) per il settore degli utenti finali, in quanto per i membri di questo gruppo lo svapo non è fonte di introiti, ma solo di spese (denaro che peraltro affluisce nelle casse degli operatori professionali), per cui sarebbe certamente equo ridurre la quota di contribuzione delle associazioni di consumatori ad un minimo fisso prestabilito.
  • Infine, sarebbe decisamente opportuno che la Federazione avesse un sito internet su cui rendere pubblica e trasparente la composizione degli organi sociali, le Associazioni confederate, i criteri di voto (ovvero i "pesi" di cui si è parlato sopra) e le azioni intraprese e da intraprendersi.

Rispetto, parità, trasparenza e democrazia.

Se rispettiamo questi quattro principi, possiamo sperare di avere presto

una voce unica e autorevole che parli a nome di tutti noi.


3 commenti:

  1. Un'iniziativa fondamentale in questo momento storico.

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  2. La vedrei bene come Presidente.

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  3. Proposta che rispecchia prologo e contenuti, "Rispetto, parità, trasparenza e democrazia". Ne avessimo di politici così, saremo qui a parlare di questo o quell'aroma!

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