I "numeri" del Vapitaly continuano ad aumentare in modo esponenziale, e così anche le emozioni che questa kermesse riesce a regalarci ogni anno. L'anno scorso per me è stata la prima volta, forse non ero ben preparato, e sono tornato a casa con la sensazione di non essere riuscito ad esplorare completamente la grande fiera dello svapo. Quest'anno, invece, sapevo a che cosa andavo incontro, ero preparato... e non è servito a niente lo stesso! 😂
Dopo aver pubblicato ieri le mie prime impressioni, vorrei ora scendere un po' nello specifico e raccontare dei liquidi e degli aromi che ho incontrato girovagando per i numerosi stand.
Dopo aver pubblicato ieri le mie prime impressioni, vorrei ora scendere un po' nello specifico e raccontare dei liquidi e degli aromi che ho incontrato girovagando per i numerosi stand.
Va detto subito che gli stand, gli espositori, i liquidi erano decisamente troppi per un solo set di papille, e quindi ho dovuto necessariamente fare una selezione; ma per quanto abbia dovuto trascurare alcuni produttori, sono tornato comunque a casa carico di liquidi (entro i limiti concessi dal trasporto aereo...) e assolutamente soddisfatto.
Una delle differenze rispetto all'anno scorso è che ho scattato tante foto! Per chi non si accontentasse di questo mio breve resoconto, ho raccolto tutte le foto in un album pubblico, liberamente consultabile da chiunque; e se vi va, potete anche lasciare un commento sulle foto che vi hanno colpito di più.
Ma andiamo con ordine: la prima cosa che è saltata all'occhio a tutti i visitatori è stata l'organizzazione impeccabile. Navetta gratuita ogni 15 minuti dalla stazione FS, tantissimo personale cordiale e disponibile, rigorosamente in giacca e cravatta, estrema puntualità dell'apertura dei cancelli (alle ore dieci-zero-zero eravamo dentro!) e -in generale- una oliatissima macchina organizzativa che ha permesso a più di 20.000 visitatori di godersi il Vapitaly senza il minimo intoppo. Le più di 1000 persone assiepate fuori dal cancello prima dell'apertura sono riuscite ad entrare nei padiglioni nel giro di pochi minuti. E appena dentro, ci è apparso il Regno di Bengodi! 😃😃
Entrando nel Padiglione 12, il colpo d'occhio (complice l'atmosfera già nebbiosa per la presenza degli espositori sin dalle prime ore della mattina) era strabiliante: gigantografie di tutti i marchi noti e meno noti, italiani e stranieri, e innumerevoli stand tutti ordinati e pronti ad accogliere l'incombente orda di visitatori.
Chi aveva profetizzato che la TPD avrebbe fatto fuggire i produttori d'oltreoceano dal mercato europeo sarà rimasto deluso, perché la massiccia presenza USA è stata immediatamente riconoscibile.
La mia prima fermata è stata allo stand di Tornado Juice, vicino all'entrata del padiglione. Pur faticando a star dietro ai cento vapers assatanati, i gentilissimi titolari Nico Dall'Aglio e Gian Maria Ferrari mi hanno illustrato (e fatto assaggiare) le tre novità "regionali" che avevano portato in fiera: Sicilia, una torta di crema e limone in cui, finalmente, il limone non è tanto ingombrante da mettere in ombra gli altri ingredienti (l'idea forse non è originalissima 😁, ma la realizzazione dà i punti a molti concorrenti); Emilia, al gusto di "prima colazione" con latte e frollini crema-cioccolato (forse a causa della temperatura o dell'ariosità dell'atom non ho avvertito granché la componente cioccolatosa, ma il mix era comunque molto equilibrato); e Romagna, il mio preferito, un fruttato complesso e delicatamente mentolato. Pollice in su per i ragazzi della Tornado Juice 😊, che anche quest'anno si sono distinti anche per un altro aspetto: sono stati gli unici ad emettere la ricevuta fiscale per il liquido che avevo acquistato.
Proseguendo il mio vagabondaggio tra gli stand, ho constatato gli sforzi (riusciti) che i vari produttori avevano profuso per attirare i vapers: non mancavano gli effetti speciali, come l'ipnotico finto fuoco della canadese PGVG Lab. Non mi sono fermato ad assaggiare i loro liquidi, perché essenzialmente offrivano agli utenti solo le boccette per poter drippare nel proprio atom, e io non giro con un dripper 😐
In controtendenza, lo stand della Perino London, orfano delle Perinettes (quest'anno, assenti) era decisamente meno trafficato degli anni passati; anch'io ho deciso di saltarlo, visto che l'anno scorso i loro liquidi non mi avevano particolarmente entusiasmato.
Sono quindi approdato allo stand condiviso da Azhad e il Vaporificio, e mi sono sentito subito nel mio elemento: i macerati di tabacco sono notoriamente la mia passione! 😃
Quello del Vaporificio era, a mio giudizio, lo stand più bello e curato della fiera: la maniera che hanno di mescolare antico e moderno, sempre con le foglie di tabacco naturale a vista è per me l'immagine più consona ad un'azienda specializzata negli estratti di tabacco. Nonostante l'appeal delle vetrine, però, non mi sono fermato, perché conoscevo già (e apprezzavo) tutti i liquidi offerti in prova.
All'altra estremità dello stand c'era invece Azhad in persona (Andrea Colaianni) che, insieme al suo staff, ha soddisfatto le mie curiosità riguardo ad alcuni aromi che fremevo dalla voglia di assaggiare: il 10.000, versione barricata e decisamente più secca dello storico "1000", di cui mantiene la grande complessità aromatica e il sempre piacevole connubio tra aromaticità occidentali ed effluvi orientaleggianti; l'Esplendidos, estratto dagli omonimi sigari cubani, che mi ha deluso un po', non perché non fosse buono (ha un bel gusto corposo e aggraziato, tabaccosissimo), ma perché speravo fosse la replica del mitico Picadura, che era caratterizzato da una secchezza legnosa che all'Esplendidos manca del tutto; e infine avrei voluto assaggiare anche l'ultimo nato della scuderia, il Cuban Corona, ma non era tra quelli offerti in prova, e quindi il gentilissimo Azhad me ne ha regalato una boccetta, per permettermi di assaggiarlo con comodo a casa.
Sono quindi approdato allo stand condiviso da Azhad e il Vaporificio, e mi sono sentito subito nel mio elemento: i macerati di tabacco sono notoriamente la mia passione! 😃
Quello del Vaporificio era, a mio giudizio, lo stand più bello e curato della fiera: la maniera che hanno di mescolare antico e moderno, sempre con le foglie di tabacco naturale a vista è per me l'immagine più consona ad un'azienda specializzata negli estratti di tabacco. Nonostante l'appeal delle vetrine, però, non mi sono fermato, perché conoscevo già (e apprezzavo) tutti i liquidi offerti in prova.
All'altra estremità dello stand c'era invece Azhad in persona (Andrea Colaianni) che, insieme al suo staff, ha soddisfatto le mie curiosità riguardo ad alcuni aromi che fremevo dalla voglia di assaggiare: il 10.000, versione barricata e decisamente più secca dello storico "1000", di cui mantiene la grande complessità aromatica e il sempre piacevole connubio tra aromaticità occidentali ed effluvi orientaleggianti; l'Esplendidos, estratto dagli omonimi sigari cubani, che mi ha deluso un po', non perché non fosse buono (ha un bel gusto corposo e aggraziato, tabaccosissimo), ma perché speravo fosse la replica del mitico Picadura, che era caratterizzato da una secchezza legnosa che all'Esplendidos manca del tutto; e infine avrei voluto assaggiare anche l'ultimo nato della scuderia, il Cuban Corona, ma non era tra quelli offerti in prova, e quindi il gentilissimo Azhad me ne ha regalato una boccetta, per permettermi di assaggiarlo con comodo a casa.
A seguire, ho fatto una breve puntatina allo stand della TNT Vape, dove due hostess piuttosto spaesate (o forse stordite dalla torma vociante che dovevano tenere a bada) sembravano non sapere dell'esistenza del Booms Reserve e non mi hanno nemmeno consigliato di assaggiare il nuovo liquido Strike, che quindi mi sono perso.
Allora sono andato in esplorazione, alla ricerca di qualche produttore sconosciuto che magari produceva un liquido eccellente (non si sa mai!) e sono arrivato al tristissimo mini-stand della Mojito Island, marchio americano appartenente alla grande galassia US Vaping / One Hit Wonder (Mr. GoodVape, BamBam's Cannoli, Jazzy Boba e tanti altri); la Mojito Island ha in catalogo solo tre liquidi, tre versioni di mojito: Tropical Guava, aromatizzato con guava e altri frutti tropicali, Blood Orange all'arancia rossa e Hawaiian all'ananas; dopo aver assaggiato l'intera produzione 😃 e aver scambiato qualche parola stentata con una hostess decisamente poco motivata, ho capito che c'era una ragione per cui quel particolare stand era praticamente deserto, e perché fosse stato posizionato così fuori mano...
Mentre l'"Agente 00Fumo" Matteo Viviani si avviava al palco per il suo intervento (con susseguente spot pubblicitario per VaporArt), io sono andato a scambiare due chiacchiere con la simpatica Claudia Baldini di Bandz, che mi ha illustrato l'ultima nata della maison, la linea Testimoni, che annovera 5 liquidi estratti da altrettante piante. I Testimoni si distinguono per avere, al proprio interno, un pezzo della pianta da cui sono estratti: una bacca per il liquido Vaniglia, una scorza per il Limone, uno stecco per la Liquirizia, una radice per il Rabarbaro e petali essiccati per la Rosa Pakistana. L'idea del liquido che mantiene inalterato il gusto anche dopo l'apertura, grazie alla presenza del "testimone" è sembrata molto originale non solo a me, ma anche alla rivista Sigmagazine che ha infatti premiato Bandz per il liquido più innovativo.
Ovviamente ho assaggiato diversi liquidi della linea, e va detto che il gusto del liquido non è semplicemente il gusto della pianta di riferimento: per es. il rabarbaro, al naturale, risulterebbe troppo amaro, mentre la liquirizia risulterebbe troppo legnosa, per cui gli estratti originali sono stati corretti ed integrati con altri ingredienti per rendere il gusto finale più complesso e piacevole. La linea Testimoni include poi anche tre Composte, dal bouquet più articolato, ma sempre tendenzialmente fruttato: la Composta Rossa (frutti di bosco, amarena e menta), la Composta Gialla (banana e fragola, arricchite da una crema di latte) e la mia preferita, la Composta Blu (mirtillo, lampone, ribes nero e menta).
Per rimanere in territorio italiano, sono passato allo stand di Valkiria, posizionato all'interno del grande multi-stand VaporArt. Il sempre efficiente (e gentilissimo come pochi) Roberto Brigandì mi ha indirizzato immediatamente verso Massimiliano Begotti (è lui quello in foto 😉 ) per scoprire la nuova linea Tortuga: tre nuove ricette dolci che in qualche modo si discostano dal mare magnum di liquidi cremosi-che-più-cremosi-non-si-può che dominava il Vapitaly. Nello specifico, i tre liquidi sono il Flying Dutchman, al gusto di meringa e lime; l'Anne Bonnie, con cioccolato, marshmallow e graham crackers; e il Tortuga, con mango, custard e zucchero. Di tutti e tre mi ha colpito una spiccata dolcezza, la stessa che avevo percepito anche in alcuni liquidi della precedente linea Rising Sun: lo Shinobi e, in misura minore, l'Hiryu; il gusto complessivo è molto piacevole, sfaccettato, non particolarmente cremoso (niente diacetile, evidentemente), ma molto rotondo e mai spigoloso. Pollice in su anche per Valkiria! 😊
A questo punto mi sono spinto nel secondo padiglione, il n. 10, dove ho incontrato la prima ragazza-immagine che ho visto in fiera (a parte le due poliziotte che scortavano Matteo Viviani); la ragazza la ricordo bene, ma non ho invece alcun ricordo dello stand su cui ballava: e ciò prova che l'utilizzo di belle ragazze certamente è piacevole per gli occhi, ma non sempre costituisce un valido veicolo di promozione.
Mi sono quindi mosso alla ricerca dell'amico Alessandro Chiolini di DKS, che quest'anno aveva uno stand decisamente meno centrale dell'anno scorso, anche per evitare il frastuono del palco, che nel 2016 aveva creato non poche difficoltà. Anche la DKS aveva ovviamente delle novità, ma una cosa non era cambiata, rispetto all'anno scorso: non erano previsti assaggi, ma solo prove olfattive. La cosa continua a lasciarmi perplesso, anche considerato che alcune delle novità erano tre nuovi aromi tabaccosi (MRB Light, MRB White e American Blend), e notoriamente i tabaccosi non rivelano niente alla "prova sniffo". Un altro aroma concentrato di recente produzione, invece, l'ho potuto apprezzare anche "di naso": il gusto Cracker, un cracker salato molto realistico, che a mio giudizio può tornare estremamente utile nelle ricette dolci e cremose. Erano infine presenti anche dei liquidi pronti (che, non vorrei sbagliare, credo fossero presenti anche al Vapitaly 2016): il Super Cola e il Super Fruit, che di nuovo ho potuto solo sniffare ma non assaggiare. La vera novità di quest'anno è invece la collaborazione con il Piadinaro dello Svapo, noto youtuber, che ha creato diverse ricette speciali in collaborazione con DKS; per l'ultima di queste, l'Infinity, il Piadinaro aveva promesso di svelare gli ingredienti durante la manifestazione, ma l'ha fatto mentre ero a pranzo, e quindi non posso dire niente neanche su questo liquido... 😋
Esauriti i principali produttori italiani, mi sono mosso verso lo stand della Vampire Vape, dominato dal noto vampiretto con i canini in bella vista e le unghie sfoderate. Forse ero rimasto io un po' indietro rispetto alla produzione Vampire Vape, ma mi è sembrato che nel menu ci fossero moltissimi gusti nuovi, a me del tutto sconosciuti. Ho assaggiato il Dawn e, a seguire, diversi altri di cui sinceramente non ricordo più il nome. La caratteristica comune a molti di loro era il connubio tra frutta più o meno dolce ed una componente fresca, che in effetti era ben più gelida delle produzioni precedenti, come per es. l'Heisenberg. L'impressione che ne ho tratto è che Vampire Vape abbia deciso di intraprendere la "strada malesiana", dopo l'exploit dell'anno scorso dei ragazzi della Borong Vape che ha svelato ai vapers europei un mondo fino a quel momento inesplorato. Per quanto mi riguarda, ben venga questa svolta aromatica: i fruttati freschi mi sono sempre piaciuti, e comprare dalla Malesia è ormai diventato molto complicato, per non dire impossibile, a causa della TPD.
Prima di chiudere il mio primo giorno di visita al Vapitaly, ho girato un po' senza meta, dando occhiate distratte ai vari modder provenienti anche da paesi oltreoceano (nella foto a destra, i ragazzi della Ohmboyz Drip City, arrivati da Montreal); ho assistito a divertenti vape tricks nello stand americano della VGod e mi sono fermato ad assaggiare i liquidi della Naked Fish, azienda californiana ora con base anche in UK (causa TPD). La grafica accattivante dei Naked Fish sfortunatamente non era rappresentativa del gusto piuttosto insulso dei liquidi: sia i fruttati che i cremosi (compreso il Salted Caramel che mi aveva inizialmente attirato) non mi hanno lasciato praticamente alcun ricordo.
Ma mentre andavo via, un colpo di fortuna: mi sono imbattuto nello stand (italiano) di The Vaping Gentlemen Club. Pur essendo esausto, non ho resistito alla vista dei numerosi macerati di tabacco offerti in assaggio ai visitatori. Specifico che questi liquidi sono fatti in collaborazione con Gigi Scolari di VaporCave, di cui utilizzano gli estratti di tabacco.
Molti dei tabaccosi offerti erano aromatizzati in vario modo (pera mango, pain d'epices, albicocca) e io ho declinato il pur pressante invito a provarli; alla fine, ho ceduto e ho assaggiato il Calima, basato sul Perbacco di Gigi Scolari e ulteriormente aromatizzato fino a farne un tabaccoso alla sangria: non posso dire che fosse cattivo, ma decisamente non è il mio genere, quindi è meglio che siano altri a giudicarlo. Ho invece assaggiato con grande piacere i due "tabacchi-tabacchi" presenti: lo Scirocco, un corposo e scuro mix di Latakia siriani, e il Bora, derivato dal Brenta di VaporCave, dal gusto piacevolmente schietto e secco.
E con questa piacevole sorpresa finale si è conclusa la mia prima giornata al Vapitaly 2017. Stay tuned per la seconda (e ultima) puntata! 😎😎
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Un bel report !
RispondiEliminaBravo a raccontare, come sempre.