sabato 9 maggio 2015

"Ognuno ha le sue papille"?

Quando si commenta tra amici un aroma o un eliquid, oppure se ne scrive su un forum, o magari se ne fa una recensione, invariabilmente il commento su cui tutti concordano è: "I gusti son gusti", oppure il classico "Ognuno ha le sue papille".

Ma è davvero così?

Se due persone descrivono un aroma in modo diametralmente opposto, chi dei due "ha ragione"? Quanto può essere oggettiva una descrizione o una recensione quando si tratta di eliquids e aromi?




E' ovvio -meglio chiarirlo subito- che i gusti sono assolutamente personali, e ciò che piace a me può disgustare qualcun altro. Ma questo può essere risolutivo solo davanti a commenti laconici come "è buono" oppure "fa schifo".

Ma se mi mettono davanti un piatto di orecchiette con le cime di rapa (piatto tipico delle mie parti che non ho mai sopportato), sono comunque in grado di stabilire se la pasta è ben cotta, se le cime di rapa sono state saltate bene in padella, se c'è troppo di aglio o se c'è poco sale. In altre parole, anche se la pietanza in sé "mi fa schifo", riesco a riconoscere se è stata cucinata ad arte o se il cuoco... dovrebbe fare altro, nella vita ;)

Con gli aromi per e-cig la situazione non è diversa.
Ci sono aromi "tecnici", ispirati ad un singolo alimento, che sono tanto più "buoni" quanto più assomigliano all'originale, e il gusto personale non è rilevante: posso non amare il melone, ma so riconoscere quando un aroma è fedelissimo al vero melone, e lo apprezzo per questo (nonostante il fatto che non ami svaparlo). E ci sono aromi "artistici", complessi mix di ingredienti diversi, che sono tanto più buoni quanto più le componenti sono correttamente bilanciate, gli abbinamenti sono originali e i contrasti aromatici impreziosiscono il bouquet senza stravolgerlo: di nuovo, il gusto personale mi può portare a non amare uno o più ingredienti, ma l'arte dell'aromatiere viene comunque riconosciuta come tale.

Il problema, quando si giudica un aroma, non è la soggettività del gusto, ma la percezione che abbiamo di quell'aroma. E qui entrano in gioco diversi altri fattori (che con le "papille" non c'entrano niente) che possono condizionare pesantemente la percezione del gusto. Non dobbiamo mai dimenticare che un certo aroma che a noi fa inorridire (un fruttato dal gusto irriconoscibile, un mix assolutamente sbilanciato e sgraziato) è stato comunque studiato da un aromatiere, il quale l'ha creato, l'ha testato, l'ha corretto più volte finché non l'ha giudicato tanto buono da permetterne la commercializzazione. E questo ci porta alla vera domanda che dobbiamo porci:
Come può essere possibile che la mia percezione di un aroma sia così diversa da quella dell'aromatiere che l'ha creato?  8|
I fattori possono essere diversi:
  • hardware utilizzato (silica wick, cotone, mesh, microcoil, kanthal, nichel...);
  • tecnica di svapo (tiro di guancia o di polmone, wattaggio utilizzato...);
  • concentrazione di nicotina utilizzata;
  • per gli aromi concentrati: tipo di base, percentuale di aromatizzazione e tempo di maturazione.
Le differenze di resa dei vari tipi di coil e wick sono ben note: si può ben immaginare che se un aroma è stato studiato, bilanciato e "tarato" su un rigenerabile a mesh, non può risultare particolarmente gradevole in dripping su un atom 510; se un eliquid è destinato ad un pubblico entry-level e quindi viene testato dall'aromatiere su un Phantom o un CE4, con ogni probabilità sarà insvapabile su una microcoil a cotone.
Similmente, chi è abituato al tiro di polmone, difficilmente potrà percepire l'aroma come lo percepisce il suo creatore, che con ogni probabilità utilizza una tecnica di svapo più tradizionale.
E avete mai pensato a quanto la nicotina possa alterare il gusto? Gli aromatieri professionisti, per lo più, testano gli aromi svapandoli a zero, e potrebbero non rendersi conto di quanto il gusto possa risultare modificato qualora l'utente li svapi a livelli (talvolta molto elevati) di nicotina.
Infine, se parliamo di aromi concentrati, ognuno utilizza una base differente, un livello diverso di aromatizzazione e un diverso tempo di maturazione: è impossibile che riusciamo a percepire il gusto esattamente come l'ha ideato l'aromatiere che l'ha creato.

La soluzione che permetterebbe a ciascuno di godere di un aroma o di un eliquid al meglio delle sue possibilità è in teoria molto semplice: basterebbe che il produttore fornisse  agli utenti adeguate informazioni sul corretto uso del prodotto. Sarebbe bello se la Five Pawns ci dicesse che il Castle Long rende al meglio su sistemi a mesh con coil tradizionale in un range tra 5 e 9W; o se Atmos Lab ci informasse che la sua Black Vanilla andrebbe mixata su base full-vg al 7%, lasciata maturare per 15 giorni e svapata su microcoil a cotone. Ma non ce lo dicono: non vogliono che il potenziale cliente che svapa su un CE4 rinunci all'acquisto senza prima aver verificato se sul suo sistema quell'eliquid rende bene o male.

Però, in assenza di informazioni da parte del produttore, l'utente è legittimato a svapare un certo liquido con il suo hardware abituale, con la tecnica di svapo che gli è più congeniale e al livello di nicotina a cui è abituato. E se quel particolare liquido, in queste condizioni, si dimostra un flop colossale... beh, il produttore -per quanto si sia sforzato di produrre un liquido astrattamente "buono"- deve accettare una legittima critica. E non è questione di "papille", se non in minima parte.

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